Simona: vivere e lavorare in Germania. Questa la sua esperienza
Oggi parliamo con Simona che, da qualche tempo, vive e lavora in Germania. Una bella testimonianza in cui, ancora una volta, emerge come sia ormai imprescindibile conoscere bene le lingue per pensare di lavorare all'estero; ormai la concorrenza è molto forte e ci vuole una marcia in più

Ciao carissima, mi faresti una tua breve presentazione?
Ciao sono Simona, ho 29 anni e 40 mesi (non perdete tempo a fare i conti…sempre 29 rimangono e rimarranno nei secoli dei secoli) sono nata ad Aosta, ma i miei genitori sono calabresi. Sono un mix delle due estremità dello stivale. Ho studiato ragioneria e ho iniziato la facoltà di economia delle pubbliche amministrazioni, senza concluderla perché, ad un certo punto del mio percorso, ho iniziato a fare svariate attività in contemporanea, per capire cosa volessi fare veramente da grande e l’università ne ha risentito.
Il mio curriculum è molto variegato; nella mia vita ho fatto veramente di tutto perché volevo saggiare sulla mia pelle quale dovesse essere il mio futuro. L’ultimo mio lavoro è stato nella pubblica amministrazione; una mattina mi sono svegliata e ho deciso che quel mondo che avevo letto sui libri, lo volevo vedere dall’interno. Così ho scaricato l’elenco dei concorsi, ho scelto quello che più mi si addiceva e ho studiato. Eh sì, esiste ancora chi studia e s’impegna con le sue sole forze per raggiungere i propri obiettivi, niente richieste ai politici di turno, niente “conosco questo che conosce quello che conosce quell’altro”.
Solo studio, nottate in bianco e tanta voglia di riuscire. Superato il concorso, sono entrata in questo mondo e mi sono accorta abbastanza in fretta che non faceva per me. Mi ricorderò tutta la vita la frase di una signora, da tempo in pubblica amministrazione, che mi disse “Noi di vecchia generazione abbiamo sviluppato gli anticorpi verso il sistema per sopravvivere” In quel momento decisi che io quegli anticorpi non li avrei generati! Non ero abituata a sopravvivere ma a vivere. Il sistema che io volevo cambiare cercava di cambiare me.
Come e quando è arrivata la decisione di trasferirti in Germania? E dove esattamente?
La decisione è arrivata al momento giusto visto che io iniziavo ad essere insofferente e mio marito anche. Quindi, visto che la sua professione dava la possibilità di spostarsi all’estero, è andato lui in avanscoperta, ha fatto dei colloqui, abbiamo vagliato le possibilità e soprattutto la qualità di vita dei vari paesi e abbiamo scelto la Germania, in particolare la Baviera. Ora viviamo a Freising, una città a 30/35 km da Monaco di Baviera.
Di cosa ti occupi?
Non ho perso il vizio di fare tante attività in contemporanea. Lavoro per una società che si occupa di marketing. Ma soprattutto mi occupo del mio blog; l’ho aperto a gennaio spinta dalla voglia di condividere la mia esperienza, ma con uno scopo ben preciso: far sorridere di me e con me della mia buffa vita da expat. Far capire alle persone che l’atteggiamento positivo è fondamentale in tutto. Il blog è cresciuto in fretta e a luglio sono passata ad un dominio tutto mio e ora sono su www.einespressobitte.com , così ho potuto ampliare gli argomenti ed ho aggiunto una stanza importantissima: “La cucina”. Una mia passione da sempre: cucinare, sperimentare, provare, mettere insieme tradizioni diverse. Dal web sono passata all’insegnamento. Così porto in giro quella parte d’Italia che la gente ama!
Come ti è venuta l’idea di insegnare cucina italiana?
Ho frequentato un corso di tedesco in una Vhs; le Vhs sono delle scuole municipalizzate, senza scopo di lucro e ogni comune ne ha una. All’interno dei loro programmi si possono trovare svariate attività: corsi di lingua, di danza, fitness e cucina. Ogni tanto a lezione portavo qualche mio piatto e il riscontro era decisamente positivo. Così un giorno ho mandato una mail alla segretaria della scuola con la proposta di un corso di cucina fatto da me. Lei ha accettato subito. Ho scoperto in seguito che il mio professore di tedesco aveva tessuto le lodi della mia pizza. Così ho iniziato quest’avventura e indovinate chi sono stati i primi due ad iscriversi al corso? Segretaria della scuola e professore di tedesco. Così ho fatto 3 ore, e sottolineo 3, con il mio prof davanti che mi faceva da suggeritore quando facevo i miei soliti strafalcioni in tedesco. I miei prossimi corsi saranno anche in francese. In altre due scuole.
Senti, moltissimi italiani sognano di trasferirsi a vivere e lavorare in Germania. Ci dici, secondo te, quali sono i pro e i contro?
I pro e i contro di un trasferimento sono molto personali. Dipende sempre da come una persona affronta l’emigrazione. Io sono solita ripetere che cambiare paese per passare il tempo a lamentarsi, a rimpiangere e a vivere di nostalgie non serve a nulla. Se si parte, bisogna partire convinti e consapevoli che si lasciano affetti, luoghi e abitudini a casa. Non si può pretendere di avere le stesse cose in un paese diverso. Per me i “pro” sono stati molti: un sistema che funziona, la possibilità di scegliere cosa volevo fare, imparare una lingua nuova ecc. Per ora “contro” non ne ho incontrati ( mi riservo il diritto di elencarli quando mi ci imbatterò personalmente) a parte essere lontana dalla famiglia, ma quello è da mettere in conto da subito!
Ci sono molti miti rispetto alla Germania: sussidi, affitti, stato sociale. Cosa c’è di vero e cosa no?
Di vero c’è che lo Stato esiste, non è solo un’entità che si manifesta per metterti le mani in tasca. C’è un sistema che funziona e persone a cui rivolgersi in caso di bisogno. Il mito del “arrivo e prendo il sussidio” non esiste. In primo luogo è deplorevole che una persona parta con questo presupposto La sequenza normale è “arrivo, lavoro, contribuisco all’andamento paese e in caso di bisogno chiedo il sussidio”. Bisogna aver lavorato in Germania per un periodo di tempo per accedere ai sussidi, idem per gli aiuti per la casa.
Com’è, realmente, almeno in base alla tua esperienza, il mondo del lavoro tedesco?
Io arrivo da un agenzia del lavoro italiana quindi le differenze le ho colte subito. Il mondo del lavoro tedesco è giovane. È giovane perché loro investono seriamente sui ragazzi, danno loro opportunità che da noi non sono più possibili. Detto ciò, la competizione è alta, e bisogna essere molto preparati. Conoscere più di una lingua è fondamentale. Il mercato del lavoro è ben controllato, e perciò in caso di “ammanchi” di certe professioni sanno di doverle recuperare. Come succede con gli ingegneri: non ci sono e vengono reclutati in altri paesi.
Se consideri la tua esperienza, nel bagaglio di chi volesse trasferirsi all’estero cosa non dovrebbe assolutamente mancare dal punto di vista caratteriale e culturale?
Dal punto di vista caratteriale non deve mancare l’apertura mentale. È fondamentale essere predisposti al cambiamento e non solo alla critica. Ovvio ci va anche quella, ma che sia moderata e non si limiti a “non mangio la pasta come a casa mia”. Inizia a diventare imbarazzante rapportarsi con questo genere di discorsi. Dal punto di vista culturale non possono mancare le lingue. Non smetterò mai di ripeterlo ai ragazzi: studiate le lingue. Non limitatevi al “me la cavo con l’inglese”; quello va bene in vacanza per chiedere un soft drink, ma non basta per cambiare paese e non basta per lavorare in un’altra lingua. Inglese in primis, e poi più se ne conoscono meglio è!
Un’ultima curiosità: sapevi già il tedesco quando ti sei trasferita. Che consigli puoi dare eventualmente, rispetto alla lingua, a chi volesse trasferirsi in Germania?
Nein. Non sapevo quasi nulla a parte Eins, zwei, polizei…sentito in una vecchia canzone.
Sono arrivata qui e mi sono iscritta ai corsi, poi a forza di sbatterci la testa e chiedere a chiunque di correggermi (anche ai passanti in strada) ho imparato. Ora mi aspetta un bel corso intensivo a gennaio per correggere i miei errori. Se l’idea è di trasferirsi in un paese in lingua tedesca consiglio di iniziare a studiare già da casa, corsi in scuole, audio corsi, film sottotitolati, musica, qualsiasi cosa vi possa far prendere confidenza con la lingua. Qui la scelta è ampia, ci sono corsi per tutte le tasche e i gusti. Una volta in loco è fondamentale non chiudersi a riccio e non frequentare solo la comunità italiana. Bisogna variare con i contatti, in modo tale da poter esercitare tutte le lingue.
Se volete seguire Simona sul suo blog
Web: http://www.einespressobitte.com
Pagina fb: https://www.facebook.com/Einespressobitte
Mail: info@einespressobitte.com
Valerio Ramicone -
Ciao.
Sai se esiste il congedo non retribuito in Germania?
Grazie
Armando -
Ciao Simona il tuo articolo mi ha colpito molto , e da un bel po’ che mi gira in testa di trasferirmi in Germania , amo la cucina e attualmente lavoro presso un ristorante dove vieni sfruttato fino all’ osso , hai altri consigli che potresti darmi sul come preparare una valigia e salire ????????
Michela -
Coppia cerca lavoro in Germania…disponibile al trasferimento….
Avete proposte per lavorare in ristoranti italiani in cucina?? Siamo bravi in cucina!!! Help
Simona -
Ciao articolo molto interessante..vorrei un informazione ..io e un mio amico stiamo valutando l idea di trasferirci in germania..lui è un personal trainer e io un educatrice d infanzia e inoltre eseguo massaggi e sono una callista..ce qualche possibilità in Germania di trovare lavoro in questi settori?io lavorerei anche a domicilio..
Juventus@gmail.com -
Salve!!! Se si fa un corso di lingua e con alloggio si uo richiedere anmeldung?
nuki -
Sono Nuki il mio num3335256827 parto subito qualsiasi lavoro grazie saluti
nuki -
Sono Nuki e cerco lavoro in franca o Germania parlo frsncesse e tedesco poso lavora ance nelle famiglie albergo subito sono disperato grazie